Nei
tempi antichi, nelle culture popolari e anche nella scienza
iniziatica divulgata
nei monasteri e luoghi di culto, la creazione veniva rappresentata con il corpo della donna. La donna quale essere capace di procreare incarnava simbolicamente e spiritualmente il ruolo di Divinità della creazione.
nei monasteri e luoghi di culto, la creazione veniva rappresentata con il corpo della donna. La donna quale essere capace di procreare incarnava simbolicamente e spiritualmente il ruolo di Divinità della creazione.
Tutto
ciò che è manifesto dal punto di Origine, attraverso vibrazioni ed
energie, attraverso le dimensioni fino alla densa materia veniva
identificato negli infiniti volti della Dea Creatrice, la Madre nelle
sue molteplici vesti.
Dal
punto di vista dell'evoluzione, l'uomo veniva visto come punto di
confluenza e principio in Essenza della creazione stessa, veniva così
investito delle molteplici potenzialità, tante quante sono le sue
parti costitutive. A partire dalla dimensione dello spirito
(scintilla Divina), alla sua frequenza vibratoria (OM) essenza
dinamica di ogni processo creativo, per poi divenire energia (i corpi
sottili energetici), ed infine materia (il corpo fisico). Nel suo
aspetto femminile l'essere umano incarnava il potenziale di mantenere
l'infinita creazione dell'Uno, costantemente in atto, attraverso il
dinamismo dell'azione creativa, a partire dalla procreazione,
attraverso tutto lo scibile sperimentabile.
La
creazione (mente creativa) conoscendo sé stessa, perfezionandosi,
evolvendosi sempre più sperimentando sé stessa nella dimensione
della vita materiale, fu soggetta ad allontanarsi dal Principio
Numinoso Originario e fondamentalmente vibratorio, quindi non
materiale della creazione divina. Ecco che necessariamente, nello
sperimentare il proprio potenziale umano l'uomo dimenticò la propria
natura divina e conobbe la sofferenza: la paura, la rabbia, la
solitudine, la morte. Così la creazione divenne oscura, cioè non
integrata nella Luce Spirituale.
La
soluzione a questo stato era naturalmente recuperare, dopo aver
acquisito conoscenza ed essendosi rafforzati ed essere divenuti
uomini indipendenti, intelligenti ed autonomi, recuperare o meglio
reintegrare la propria Luce spirituale. Come farlo? Attraverso la
preghiera, la devozione, la meditazione, la ricerca interiore
ispirata alla riunione con la Fonte.
Il
Sole rappresentava in queste immagini, la Fonte di profusione
dell'energia dello Spirito dell'Amore universale. Il Sole veniva
visto come la chiave di svolta, in quanto fonte di tutto l'Amore
manifesto dal Creatore nel mantenere l'universo infinito, amore che
essendo parte dell'uomo, in quanto egli stesso è creato dall'Essere
Supremo, può essere accolto e riconosciuto come parte integrante di
sé stessi. Quindi per mezzo della ricerca condotta con amore totale
e incondizionato, con intelligenza (intelletto, intuizione), e
dedizione, diviene possibile divenire cioè generare amore da sé
stessi, il figlio divino, diviene possibile identificarsi nell'Uno e
poi ritrovarsi nuovamente parte dell'Uno creatore e pieno di Luce.
Così
la donna diviene “vestita di Sole”, con il pargoletto fra le
braccia, l'amore nato in lei, e così l'umanità può tornare
all'Origine, in modo consapevole, dopo aver attraversato l'oceano
della separazione, della sofferenza che lo ha accresciuto in forza e
potenzialità espressive.
Colui
che ritorna al Sole, risorge con Lui divenendo emanazione e profumo
d'Amore.
Scultura in ceramica, altezza cm. 70 x 40 largh. x 40 prof.
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